Bellagio: pura poesia

” All’imbrunire, quando ogni cosa pare assopirsi, e la musica delle campane del vespro giunge effondendosi sull’acqua, si può quasi credere che in nessun altro luogo che il Lago di Como si possa trovare un simile paradiso di quieto riposo. Ora, dalla mia finestra, qui a Bellagio, ho una veduta sull’altra sponda del lago, bella come un dipinto. Un precipizio dalla parete corrugata e frastagliata si eleva fino ad un’altezza di milleottocento piedi; su una minuscola sporgenza a metà altezza di quella vasta parete, si annida una chiesa, piccola come un fiocco di neve, non più grande, in apparenza, di una casetta per balestrucci; tutt’intorno, rasente la base del dirupo vi sono un centinaio di aranceti e giardini, costellati da bianche abitazioni, da essi fittamente ricoperte, che a tratti si intravedono; di fronte tre o quattro gondole indugiano pigramente sospese sull’acqua – e nello specchio forbito del lago, monte, cappella, case, aranceti e barche si riproducono con nitore e chiarezza tali, che a stento si riesce a capire dove termina la realtà e comincia il riflesso!”

– Mark Twain